L’autosufficienza può essere definita come la capacità di svolgere in modo autonomo le azioni quotidiane principali: lavarsi, nutrirsi, muoversi, vestirsi, parlare, ascoltare, o essere continenti.
L’incapacità di effettuare tutte o parte di queste attività rende una persona non autosufficiente.
Chi pensa che questo problema possa riguardare solo persone in età avanzata si sbaglia, perché la non autosufficienza può essere causata sia da un infortunio che da una malattia.
Nel primo caso è evidente che, essendo un fatto puramente casuale, può accadere in qualsiasi momento della nostra vita, anzi, le possibilità di infortunio possono essere maggiori in giovane età per lo stile di vita che si conduce.
Nel secondo caso, invece, ci sono alcune patologie che sono più probabili in età avanzata, mentre altre non seguono questa logica, come la SLA e il Parkinson.
Da un recente studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, i malati di Parkinson nel mondo, ad oggi, sono circa 5 milioni e si prevede che diventino ben 12 milioni entro il 2040 con una prevalenza di uomini (circa 1,5 volte superiore alle donne). In Italia, invece, ci sono circa 400.000 mila casi con una proiezione di 6.000 nuovi casi per i prossimi 15 anni.
Il dato più allarmante, però, è la distribuzione anagrafica di tale patologia, in quanto la metà dei casi ha un’età compresa tra i 40 e i 58 anni, il 25% tra i 20 e i 40 anni e solo il 25% riguarda persone over 80. Tale studio, inoltre, evidenzia un incremento di forme patologiche nei giovani con i primi segnali tra i 21 e 40 anni.
Alla fine del 2020, in Italia le famiglie colpite da almeno un caso di non autosufficienza erano circa 2,8 milioni.
Nel 22% dei casi, queste famiglie hanno deciso di avvalersi di un’assistente o di una badante, sostenendo una spesa media mensile di circa 1.500 €.
Nei restanti casi le famiglie si sono rivolte a una RSA con una spesa media che varia dai 2.000 € ai 3.000€, oppure hanno deciso di farsi carico personalmente della gestione del malato.
Per far fronte a queste problematiche, circa 336 mila nuclei famigliari hanno dato fondo ai propri risparmi, mentre altri 154 mila hanno persino dovuto indebitarsi.
Oltre all’aspetto economico, non possiamo trascurare gli impatti psicologici e organizzativi che tale situazione può generare, colpendo sia il diretto interessato che i suoi famigliari.
Assolutamente non trascurabili sono anche gli impatti sociali, in quanto una persona non autosufficiente non è produttiva, quindi:
Avete mai pensato a cosa potrebbe accadere alla vostra vita e quella della vostra famiglia se perdeste l’autosufficienza?
Se non lo avete già fatto, sarebbe opportuno pensarci fin da subito perché in questi casi la scaramanzia non è efficace.
Ad oggi ci sono soluzioni di sanità integrativa che, nonostante il costo contenuto, possono limitare in modo significativo gli impatti che la non autosufficienza potrebbe comportare offrendo:
Cosa aspettate, pensate oggi al vostro futuro e a quello della vostra famiglia!