Il 12 gennaio Cerved Group ha pubblicato il rapporto del bilancio di Welfare delle famiglie italiane per il 2021.
Per comprendere al meglio quanto sotto riportato ritengo sia utile precisare cosa si intende per Welfare, ossia l’insieme delle prestazioni e dei servizi ritenuti socialmente indispensabili destinati alla tutela, alla salute e alla sicurezza della persona. Il significato di persona ovviamente assume anche un significato più ampio: la famiglia.
Da questo rapporto è emerso un incremento della spesa delle famiglie italiane per i servizi di Welfare raggiungendo i 136,6 miliardi di Euro di cui circa il 50 % viene destinato alla tutela della salute (38,8 miliardi) e all’assistenza degli anziani (29,4 miliardi).
Seguono le spese per il lavoro (25 miliardi), l’istruzione (12,4 miliardi), l’assistenza famigliare (11,4 miliardi), le assicurazioni e la previdenza integrativa (8,3 miliardi), l’educazione in età prescolare (6,4 miliardi) e l’istruzione e il tempo libero (5,1 miliardi).
Quanto sopra diventa maggiormente significativo se pensiamo all’invecchiamento della popolazione, al conseguente aumento dei bisogni assistenziali in concomitanza con un sempre più carente sistema di tutela e supporto da parte dello Stato.
Alla fine del 2021 le persone anziane (o comunque bisognose di un aiuto) che vivevano in famiglia erano circa 6,5 milioni di cui il 67,3 % erano, dal punto di vista assistenziale, totalmente a carico della famiglia stessa.
Nel rapporto Cerved viene inoltre evidenziato che, nel 2021, il 50,2 % delle famiglie ha rinunciato alle prestazioni sanitarie e il 56,8 % ha invece rinunciato ai servizi di assistenza agli anziani. I motivi principali di questa scelta drastica sono l’offerta inadeguata, la paura di contagio in questo periodo di pandemia nonché i motivi economici.
Tale situazione, oltre ad evidenziare un peggioramento dei servizi di assistenza pubblica, sicuramente appesantiti dalla situazione pandemica di questi ultimi due anni, ma anche dai continui tagli alla spesa pubblica, rende sempre più evidente la necessità di avvalersi di un sistema che si affianchi e si integri a quanto proposto dallo stato.
Sempre molte più aziende decidono di offrire ai propri dipendenti, all’interno del pacchetto retributivo, soluzioni sempre più complete di welfare con piani di sanità integrativa e sostegno in caso di perdita dell’autosufficienza in grado di dare un valido contributo sia economico che organizzativo alle famiglie.
Frequentemente, queste soluzioni vengono anche scelte in modo autonomo dalle famiglie stesse.
I piani di sanità integrativa, sia che siano dedicati alla tutela della salute che alla perdita dell’autosufficienza hanno molteplici scopi sociali:
Avvalersi di soluzioni di sanità integrativa, di qualsiasi forma, è come utilizzare la cintura di sicurezza :
la mettiamo sempre perché sappiamo che se qualcuno dovesse venirci addosso ci proteggerà.